lunedì 18 maggio 2015

Marketing di genere

Ogni mattina, in una multinazionale a caso, un direttore di marketing si alza e pensa: "cosa posso inventare di nuovo per incrementare le vendite del mio brand?"

E puntualmente, arriva l'idea di segmentare il mercato, facendo nuovi prodotti, derivandoli da altri già esistenti. Soprattutto, il trend che va per la maggiore è differenziare in base al genere. Cose da donne e cose da uomini, insomma.

Ma (purtroppo) non è un'idea nuova. E quindi il nostro direttore comincia a pensare:
"Che cosa invento?
-Deodoranti da donna e da uomo? No, già fatti.
-Shampoo? esistono di già.
-Bagnoschiuma? Idem.
-Tinta per capelli? ah no..preso pure quel campo!
-Lamette e rasoi? Non parliamone nemmeno!!"

E dopo un gran rimuginare, ecco L'ILLUMINAZIONE:

creiamo il DENTIFRICIO DA UOMO!!!!

Eh già, ecco l'ultima idea fantascientifica del marketing..perché, si sa, i denti degli uomini sono MOLTO diversi da quelli delle donne, e soprattutto hanno esigenze diverse da loro. Tipo profumare l'alito, proteggere gengive prevenire la carie e sbiancare...ah no? Pure le donne?? strano, perché dietro la confezione c'è scritto:
"Gli Uomini amano vivere al massimo; SI SA che i loro denti sono meno bianchi di quelli delle donne..."

Certo, SI SA che ci sono queste grandi differenze e che siamo consapevoli che c'era un enorme bisogno di creare dentifrici SPECIFICI per gli uomini!

Per la cronaca IO ho voluto provare cosa sarebbe successo se una donna avesse usato questo dentifricio...Nessuna differenza da altri, come volevasi dimostrare.
Non mi sono nemmeno caduti i denti!!!!!!! 

Chissà il nostro direttore di marketing cosa inventerà la prossima volta...Suggerimenti?

sabato 18 aprile 2015

Verso l'infinito e oltre (si spera)



Oggi è un grande giorno.
Nel mondo virtuale GeA ha raggiunto un traguardo importante.
Un numero tondo che fa quasi paura. 
Più di 1000 persone che seguono, commentano ciò che pubblichiamo e apprezzano (si spera) ciò che condividiamo.

1000 persone che hanno deciso che valeva la pena di camminare con noi e che pensano che la lotta alla violenza sulle donne passi anche attraverso un lavoro culturale fatto di critica agli stereotipi di genere, di riflessione sulla società e di analisi degli accadimenti di questo anno.

Già, perchè GeA fra qualche giorno compie un anno. 
E quasi mi sembra incredibile pensare a quello che abbiamo fatto e costruito in questo anno.

Alle attività dentro e fuori dal web.
Agli articoli di questo blog.
Ma soprattutto alla creazione di questa associazione.

GeA non esiste solo qua, ma è una realtà fisica, presente nel territorio e che cerca di fare le stesse cose che facciamo qua nel mondo comune, tra le donne che conosciamo veramente e che incontriamo nella nostra vita.
In quest'anno abbiamo fatto tante cose: organizzato un corso di autobiografia, partecipato al progetto Oltre il Neutro, anche recitando, organizzando una mostra insieme a Maschile Plurale per riflettere su un modo diverso di sensibilizzare gli uomini sulla violenza di genere, partecipando a corsi conferenze e attività di altre associazioni di donne per fare rete,leggendo libri ai bambini in un laboratorio di riflessione sugli stereotipi che crescono con loro
E aperto una sede nella Palazzina del Volontariato di Brugherio..che è un bel traguardo!

E POI?
Speriamo di continuare, di crescere, di continuare a riflettere su questi argomenti qui sul blog e sulla pagina.
E di agire nella società, soprattutto lavorando con i bambini. Perché è da loro che si comincia per cercare di creare una società più giusta, senza divario fra i sessi , con uguali possibilità per uomini e donne, in cui ognuno possa sentirsi libero, senza doversi "piegare" a convenzioni, usi e stereotipi. 
Senza il sessismo presente in ogni piega della vita di ogni donna.
Utopia? Può essere. Però NOI CI PROVIAMO :)
Intanto da parte nostra


                                    GRAZIE!
Sara, Sonja Erica, Laura.
(con l'apporto prezioso di Fatima e Pamela e di tutti i soci di GeA)

giovedì 9 ottobre 2014

Friendzone for dummies


Quando ero una ragazza pochi parecchi anni fa, molte di noi ragazze avevano degli amici. Maschi. Che erano assidui, speranzosi e con l'occhietto lucido quando ti vedevano.  Anche quasi servizievoli, direi.
Non era difficile da capire il loro interesse. 
A volte però a te interessava averli solo come amici e speravi (quasi pregavi) che gli passasse la cotta e continuassero ad essere così adorabili.
Capitava però che loro riuscissero a superare le tempeste ormonali e a confessar il proprio sentimento alla fanciulla in questione. Che molto gentilmente declinava l'offerta con la classica frase "però possiamo restare amici".
Cosa succedeva a quel punto? Il ragazzo raccoglieva i cocci si tirava su e provava a dimenticare la ragazza. E tutto finiva qui.
Capitava anche il contrario. A me è capitato. Ero innamorata cotta, raccoglievo le foglie da terra su cui lui passava (cosa si fa a 14 anni!), andavo a sbirciarlo mentre faceva calcio e lo adoravo. Lui era carino con me, ma era chiaro che non ci fosse trippa per gatti.
Ho pianto, ho pensato per un po' che il mondo fosse un posto bruttissimo in cui stare, che tutti ce l'avevano con me.
 Fino al primo che mi ha fatto gli occhi dolci ^-^

Gli adolescenti e le loro tempeste ormonali esistono ancora. E anche queste situazioni.
Ma hanno assunto aspetti nuovi e molto inquietanti. E un nuovo nome:  FRIENDZONE.



fonte: pag FB La Friendzone non esiste


La Friendzone in questa accezione non è però più vista dai ragazzi come una fase inevitabile dell'adolescenza, una palestra in cui allenare i propri sentimenti per capire cosa e chi ci piace.
Soprattutto i ragazzi (maschi) rifiutati la vedono come il MALE ASSOLUTO, un girone infernale vengono maltrattati da perfide fanciulle che li sfruttano per poi mettersi con altri. 
E loro sono dolci, carini, sono i nice guys che stanno accanto alle ragazze
Le ascoltano, ci escono insieme, magari  comprano il gelato o l'happy meal.
PERÒ poi ESIGONO qualcosa in cambio. Almeno un rapporto sessuale, se non una storia.
E le ragazze, oh che cattive, si negano e dicono no!
Improvvisamente passano dall'essere l'amore della vita alla donna più turpe del mondo, a cui dare della cagna se non peggio.


dalla pag Fb "La friendzone non esiste"
I nice guys non accettano i no: sono convinti che le ragazze si debbano sdebitare delle loro attenzioni, almeno con una notte di passione. 
Insomma, un approccio consumistico.

Se prima le frustrazioni si sfogavano tra pochi amici, adesso ci sono i social in cui trovare altri Friendzonati per raccontarsi come sono brutte e cattive quelle che dicono no.
Queste pagine sono una istigazione all'odio, un termometro del patriarcato, che fa vedere come tra le giovani generazioni ci sia molto da lavorare.
Perché per loro la ragazza è una poco di buono se ci sta MA ANCHE se non ci sta. 
Loro vogliono la ragazza con "i valori". Brava, buona bella e che non dice di no, soprattutto.


dalla pag Fb "la friendzone non esiste"
Non si domandano se fanno qualcosa di sbagliato. No, loro sono bravi, sono le cattive ragazze che devono pentirsi.

La loro aggressività e l'odio verso tutto il genere femminile lascia basiti.
Che veramente preoccupa. 
Mi preoccupa, come mamma di una adolescente.
Se questo è il substrato su cui si formeranno le relazioni tra uomini e donna nel futuro, prevedo una escalation di incomprensioni, odio, violenze. E forse di femminicidi.

Cari Nice Guys, la Friendzone non esiste: su, fatevi un esame di coscienza, rendetevi conto che ci siamo passati tutt* e smettetela. Che certo così non troverete MAI nessuna ragazza. Che dobbiamo farvi un disegnino?

martedì 19 agosto 2014

Oche per finta?No, grazie.



Estate, tempo di relax. Ma anche tempo per sé, e nel mio caso si traduce (anche) nel leggere sul web articoli e studi relativi agli stereotipi di genere.
Girellando nella Rete ho trovato un articolo di Giornalettismo che riporta uno studio con dei risultati inquietanti.


Una etnografa dell'Università di Warwick, Maria Do Mar Pereira, ha passato un anno in una scuola del Regno Unito per analizzare le dinamiche interpersonali di un gruppo di quattordicenni. É andata alle lezioni di una scuola media come una studentessa qualsiasi, partecipando alla vita scolastica per osservare come gli studenti interagissero tra loro.

Ha notato che i ragazzi entrano nell'adolescenza con la convinzione di essere più intelligenti delle loro coetanee. E che le ragazze, sorprendentemente, assecondano questa tendenza fingendo di essere meno intelligenti per non intimidirli.

Quindi le adolescenti ritengono che sia socialmente più "appropriato" essere (o sembrare) meno intelligenti dei ragazzi. Sia per non farli scappare ed interessarli, sia per non essere rifiutate dal gruppo delle compagne "cool", quelle che decidono cosa è IN e cosa è OUT nella vita scolastica.



C’è una forte pressione sociale che dice come dovrebbero essere gli uomini e le donne – spiega Pereira – I giovani cercano di adattare le proprie convinzioni a questi canoni, per potersi inserire nella società. Uno di questi canoni dice che gli uomini devono essere quelli dominanti, più intelligenti, più forti, più alti, più divertenti delle donne e che avere una relazione con una donna più intelligente di loro costituisce una minaccia alla propria virilità.

Per farsi "accettare" le ragazzine smettono anche di interessarsi a cose o ad attività ritenute dal gruppo dei pari "poco femminili".
Magari amano il calcio, il judo, vorrebbero fare motocross o giocare ai videogiochi, ma rinunciano a tutto per presentarsi come femminili e remissive.

In un periodo dove si danno per scontato obiettivi raggiunti, maggiore indipendenza, opportunità infinite per sviluppare la propria personalità, tanto che un gruppo di giovani donne considerano necessario sottolineare di non aver (più) bisogno del femminismo, si afferma invece la nascita di una nuova generazione di donne che sembra riportare le lancette indietro agli anni 50.
Dimostrando che gli stereotipi sono duri a morire e che sono ancora un bagaglio culturale che passa di generazione in generazione. Nonostante anni di lotta per l'emancipazione delle donne.

Ho personalmente a che fare con adolescenti. E mi accorgo che questa non è una ricerca tanto campata in aria, anzi.
Le ragazze volitive, intelligenti, che non si fanno mettere i piedi in testa, che cercano di dimostrare interesse per lo studio e per delle relazioni paritarie con i loro coetanei, spesso sono isolate dal gruppo delle ragazze "cool"  che invece assumono gli atteggiamenti descritti dalla ricerca.
A volte sono anche vittime di bullismo ma comunque, in ogni caso, sono viste come delle "strane". Delle aliene.

Io penso che ci sia bisogno ancora del femminismo, inteso come ricerca del miglioramento delle condizioni delle donne e delle ragazze e affermazione dei loro diritti per ottenere una eguaglianza vera.
Ho (ancora) bisogno del femminismo perchè voglio che mia figlia possa essere libera di esprimere se stessa per quella che è, non per quello che la società le impone di essere. 
Per dimostrare la sua intelligenza senza vergognarsene, per decidere di fare Judo oppure danza classica in libertà, per non nascondere il fatto che ama giocare ai videogiochi ma anche mettersi lo smalto, per poter parlare di stereotipi di genere con le/i sue/suoi amiche/ci ma anche degli ultimi brani dell'estate.
Per essere libera, insomma.



mercoledì 6 agosto 2014

Sessismi estivi

Passo le vacanze in un paesino dell'Italia centrale. Posizione strategica, tra le colline, a portata di auto montagne e mare. E cittá d'arte.
Un posto che, con i suoi tramonti ti induce a riflettere e a apprezzare le piccole cose.
Ma come nell'Eden anche qui c'é un serpente. Il QuotidianoSessismo. Strisciante perchè appare in situazioni banali, in piccole cose, poche parole. Che ti fanno pensare "massì lasciamo perdere è poca cosa"
Ma NON è così. 
In questo mese ho sperimentato varie situazioni, di prima persona o capitate ad altr*
-Sono andata a una cena. Da sola. Commento sessista " ma come non vai con il tuo compagno? Vai da sola? E i figli? Di sera con persone che non conosci?? " (traduzione: tu scriteriata vai da sola al buio cacciandoti nei guai. Se succede qualcosa è colpa tua)
-sono qua con i figli SENZA il compagno. E TUTTI mi chiedono : ma siete soli? E lui quando arriva? Ma non resta ancora? E come fai?
Caspita sono anni che facciamo così e sono INCREDIBILMENTE viva ^_=
Io non ho bisogno del cavaliere con la lancia in resta, ce la faccio grazie.
-ho cambiato il forno e l'ho smontato io con mia figlia. E chi l'ha saputo: davvero ce l'avete fatta? Potevate aspettare che arrivasse L'OMO de casa!!!!
In effetti è MOLTO difficile svitare quattro viti, ci vuole la laurea in Svitologia.
- mi è capitato di assistere al tipico quadretto anni 50: marito in poltrona con giornale+figli che giocano+moglie in cucina che trotta ovunque. E NON sono persone di una certa età.
- discorsi sentiti dopo (abbondante) pranzo : l'uomo ci prova con una solo se è gnocca. Se è SOLO simpatica, affascinante e intelligente, allora no grazie.

Potrei ancora aggiungere altri esempi,ma mi fermo qui.
Ho ancora due settimane da passare qui e suppongo di assistere ad altre interessanti scenette di QuotidianoSessismo. Perché lui, a differenza nostra, non va mai in vacanza. 

venerdì 25 luglio 2014

Lezioni da imparare



Ieri ero partita con un bel post. 
Già me lo visualizzavo con una certa soddisfazione. Mi piaceva proprio, mi sentivo ispirata.
Partiva dall'aver trovato su Facebook questa immagine:




Cavolo, era sconvolgente. Un'indagine tra studenti delle superiori a cui si chiedeva quando era giustificata la violenza sessuale (e tra l'altro, MA CHE DOMANDA É??)
E le risposte sembrava giustificassero lo stupro se lei improvvisamente cambiava idea durante un rapporto, se lei lo aveva eccitato, se avevano appuntamenti da molto tempo eccetera. Tipiche situazioni da friendzone.
Giustificazioni date sia da ragazzi che da ragazze.
Ero già pronta a scrivere "caspita, terribili le nuove generazioni, è tutta colpa dei media e della società ecc ecc".
Quando per fortuna la Dea Delle Blogger mi ha sussurrato di controllare bene la fonte.
Di fare fact checking, insomma. Perché recentemente una notizia che aveva fatto scalpore, quella della infibulazione obbligatoria per le islamiche si è rivelata una bufala senza nessun riferimento certo come fonte.

E menomale. Perché anche questa foto, anche se non falsa, è poco veritiera e distorce la reale motivazione per cui è stata fatta.
Innanzi tutto, deriva da uno studio, "Adolescents' cues and and signals- sex and assault" presentato in un simposio a San Diego nel 1979!!!! 
E quindi niente richiami ai "giovani d'oggi".
Inoltre lo studio originale non dava come consegna di rispondere Sì/No, ma di dare un punteggio da 1 a 5. L'originale tabella è questa:


Una certa differenza c'è.
 La tabella precedente è contenuta in un altro studio del 2003: Sexual Violence: Opposing Viewpoints. San Diego: Greenhaven, 2003. Non scritto dalla povera Jacqueline Goodchilds che comunque esiste e insegna alla UCLA.
Ma che usa i dati del 79 per confermare le proprie tesi, trasformando i dati della tabella originale in percentuali.
Quindi, post e idea iniziale buttati nel cestino. Ma un viaggio interessante nel fact checking. Che dimostra che le bufale o le imprecisioni non risiedono soltanto nei post sulle scie chimiche, sui rettiliani o i melariani.
Ma si trovano nascoste anche in argomenti ben più seri, col pericolo di creare discussioni o false credenze nelle/negli utent* o che non abbiano tempo (e voglia) di trasformarsi in Miss Marple. O Sherlock Holmes.

giovedì 24 luglio 2014

Sessismo a dosi quotidiane


A volte le esperienze personali non rimangono circoscritte alla propria sfera.  Qualcosa ti spinge a esternarle a rendere partecipi altre persone, a cercare di impedire che ad altre persone succeda la stessa cosa che è successa a te.

Questo è ciò che c'è dietro alla storia del il progetto Everyday Sexism. La sua ideatrice, Laura Bates, inglese, di 27 anni, si è messa in gioco dopo che si è accorta che quasi ogni giorno aveva occasioni di sentirsi a disagio. Fischi, battutine, uomini che ti seguono, esibizionisti, molestie che le capitavano spesso, una volta riuniti tutti insieme le sono sembrate impressionanti.
A quel punto ha cominciato a confrontarsi con le amiche e si è accorta che a ogni ragazza succedeva la stessa cosa.


“Cominciai a parlare con le altre donne e non potevo credere a quello che raccontavano. Molte di noi pensano solo di essere sfortunate finché non parlano con le altre" 







Da lì ha avuto l'idea del progetto Everyday sexism. Un sito che raduna testimonianze e racconti  delle storie di ordinaria molestia di ogni donna che abbia la voglia di raccontare la sua storia. O quella della mamma. O della nonna. In due anni ha collezionato 70.000 storie da 20 paesi (mica bruscolini!).
 In Inghilterra ha ottenuto l'appoggio di molti politici.
Ha parlato alle Nazioni Unite, in alcune scuole e  collaborato con la polizia locale inglese per cercare di ridurre le molestie sui mezzi pubblici.
Forse grazie anche a questa comunità, nella quale le donne si rispecchiano l'una con l'altra, le denunce sono aumentate del 36%.
Questo progetto è esteso anche in Italia.E le storie raccontate fanno rabbrividire per la loro quotidianità.
C'è Cloe che racconta di come in ufficio un suo superiore la tratti come una bambinetta incompetente mentre un suo collega maschio no.
Chiara che racconta di come sia stata avvicinata in un parco da un uomo che con la scusa di difenderla da un eventuale masturbatore in realtà voleva approcciarla.

"Al mio rientro a casa ho raccontato subito l'accaduto a mio fratello maggiore che è andato su tutte le furie e ha anche pensato di uscire a cercarlo. Quando poi è arrivata mia madre sono scoppiata a piangere; lo so che questo non è un fatto gravissimo e ci sono donne che hanno subito di peggio, ma mi sono sentita spogliata della mia dignità, perché mai in tutta la mia vita qualcuno si era rivolto a me in un modo tanto oltraggioso, come sono se fossi un oggetto per il trastullo altrui. La cosa che mi fa più male è il fatto che non posso stare nemmeno tranquilla nei dintorni di casa mia passeggiando allegramente con il mio cane. Da quella volta quella strada non la faccio più da sola ed è passato qualche tempo prima di farla tranquilla senza aver l'ansia di incontrare quel lurido."
Ma anche situazioni più banali, purtroppo,  come ad esempio quelle legate al pregiudizio della "donna al volante pericolo costante"
"Odio quando le persone dicono, se qualcuno si parcheggia male o fa una manovra sbagliata in macchina e poi scoprono che è stata una donna, "Ah, ecco perché" mentre se è stato un uomo e lo si fa notare a volte viene persino giustificato."
oppure
Durante il mio esame di guida l'esaminatore mi disse che se gli fossi stata "simpatica" forse non mi avrebbe fatto parcheggiare la macchina, non sono stata "simpatica" e alla fine mi ha fatto parcheggiare, non sapeva che so farlo da Dio Alla mi ha pure detto "Ah però! Parcheggi come un uomo!"

Si potrebbe continuare all'infinito spulciando le testimonianze presenti in questo sito. Che fanno paura proprio perché considerate normali, e magari sono considerati pure dei complimenti alla rovescia, di cui essere orgogliose. 
Ma, come dice Daria, riassumendo il mio pensiero:
Sono esagerata perchè non rido quando mi insultano, non so stare allo scherzo. Prendo tutto troppo sul serio. Che vuoi che sia... e giù commenti su donne che non sanno guidare, che sono isteriche, pazze, incompetenti, che vogliono sempre comandare (questa è la mia favorita...). C'è differenza fra comicità e clichés sessisti.
Amen, sorella.

P.s. grazie a Monica Ricci Sargentini per lo spunto. Il link al suo blog e al suo articolo http://lepersoneeladignita.corriere.it/2014/07/21/fischi-commenti-e-molestie-contro-le-donneil-successo-del-sito-per-fermare-il-sessismo/#more-6928